Associazione
Centro Yoga Anahata
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“Si raccomanda (invecie) una dieta lattea associata con il
burro chiarificalo, cereali bolliti, fave e riso è noto
infatti che tali cibi favoriscano la pratica dello Yoga”
Yogatattva Upanishad, 49-50
58 “La dieta moderata è considerata costituita da un cibo
molto grasso e dolce in quantità tute che lasci libera la
quarta parte dello stomaco, mangiato per il completo piacere
di Shiva” [...]
62 “I cereali eccellenti il grano, il riso, l’orzo la
qualità di riso conosciuto come sastica, il latte, il burro
chiarificato, lo zucchero non raffinato, lo zucchero candito
il miele, lo zenzero essiccato, il frutto del patolaka
(trucosantes dioica), i cinque tipo di ortaggi, il legume
mudga (phaseolus mungo), l’acqua pura, fono adatti al
migliore degli yogin”
Hatha Yoga Pradipika
...E’ un compito delicato trattare
del latte m un ambito vegetariano, a causa delle varie sfumature
in esso implicato. Infatti, da un lato vi e l’antichissima
tradizione Vedica, accettata anche in un contesto yogico, che
non solo ne favorisce l’utilizzo, ma anzi lo trova cosi prezioso
ed insostituibile, da usare costantemente il ghi (burro
chiarificato) nei sacrifici agli dei, inoltre la frittura in
questo grasso ha la funzione di una purificazione del cibo, la
cui fruizione, sia in ambito shivaita che vaisnava e sempre
associata “al completo piacere di Siva (o di Visnu)” Alla base
di ciò, oltre a motivi religiosi, se ne affiancarono sicuramente
altri di ordine pratico gli antichi saggi riscontrarono nel
latte e suoi derivati elementi nutritivi di così alto valore da
attribuirne l’eccellenza nella scala alimentare, e da elevare la
vacca, come produttrice, ad un livello sacro ed inviolabile.
Inoltre il suo possesso era simbolo di indiscutibile prestigio
nelle più importanti dispute religiose, i brahmmi che più si
distinguevano per ingegno o sottigliezza erano premiati con il
dono di una mucca.
...All’altro estremo si collocano
coloro che per motivi etici e di ahimsa (non-violenza) si
astengono da qualsiasi tipo di alimento animale, perché sempre
legato alla sofferenza (il latte della mucca dovrebbe servire
solamente ad allevare il suo vitello, il miele per nutrire le
api e le larve), inoltre spesso per aumentare la produttività si
tengono gli animali in condizioni totalmente innaturali. Sono
queste obiezioni giuste, che ognuno deve valutare alla luce
della propria coscienza. Gli adepti alla macrobiotica sostengono
invece che nel regno animale nessun adulto si nutre di latte. Ma
allora potremo anche dire che nessun animale (in natura, almeno)
si nutre di cibi cucinati. Inoltre, mentre una mucca trova tutto
ciò che le necessita per vivere e svilupparsi nell’erba e una
tigre nella carne e non potrebbero alimentarsi assolutamente
l’una con il cibo dell’altra, non e certamente così per l’uomo,
che e omnivoro. Ciò gli ha permesso di adattarsi praticamente ad
ogni condizione ambientale, di prodotti naturali, di latitudine,
ma proprio per questa sua versatilità ha bisogno di un gran
numero di nutrienti diversi, per mantenersi in buona salute ed
in equilibrio. Nonostante ciò, nessun alimento, per quanto
importante e completo, e di per se stesso indispensabile. Ma una
dieta totalmente priva di prodotti animali e senz’altro
possibile, richiede un’attenta calibratura di tutti gli alimenti
che compongono la dieta, specialmente per i piccoli, gli
anziani, le donne incinte, gli ammalati, chi esegue un intenso
lavoro fisico o intellettuale.
II latte. Prima di tutto è necessario chiarire cosa
intendiamo per “latte” Quel liquido bianco, venduto in pacchi di
carta con la poco rassicurante scritta di “latte sterilizzato
totalmente scremato a lunga conservazione”, a sicuramente poco a
che spartire con quello appena munto in una stalla, e chi almeno
una volta nella vita li ha assaggiati entrambi, non avrà
senz’altro dubbi in proposito. E se rifornirsi alla fonte non e
sempre possibile o pratico, viene tuttavia commerciato da alcune
marche un “latte fresco intero di alta qualità”, che ha subito
un minimo di manipolazioni tali da garantirne l’igiene. Infatti
il latte e un alimento facilmente inquinabile da microorganismi
patogeni, sia all’origine che dopo la mungitura. Si rendono
perciò necessari alcuni trattamenti che ne garantiscono
l’igiene. Questi interventi sono sostanzialmente tre: la
bollitura, comune quando si acquista latte dal produttore, che
consiste nel portare il latte alla temperatura di circa 100° e
mantenerlo a sobbollire per 2/3 minuti, procedimento che oltre a
debellare i microorganismi indesiderati, purtroppo ne
impoverisce le caratteristiche orgolettiche, la pastrizzazione,
che consiste nel riscaldare il latte a 72-80° per 15-20 secondi
e nel successivo rapido raffreddamento. Con questo procedimento
si distruggono tutti i germi patogeni, ma restano ancora vitali
gli importanti batteri non patogeni; la sterilizzazione
trattamento termico più radicale che distrugge tutta la flora
batterica del latte, e consiste nel portarlo a temperatura di
120° per 20-30 minuti o a 150° per 2-5 secondi, snaturandone
completamente la composizione. Il latte si distingue anche per
la percentuale di grassi in esso contenuti di alta qualità
minimo 3,6%, intero minimo 3,2%, parzialmente scremato da un
minimo dell’ 1% ad un massimo del 1,8%, totalmente scremato
massimo 0,5% (ne sono stati asportati circa 1’85%). Un ultimo
trattamento a cui e sottoposto il latte in commercio e
l’omogeneizzazione, che consiste nel farlo passare a pressione
attraverso piccolissimi ugelli in modo che i globuli di grasso
di maggiori dimensioni si rompano se ne aumenta la digeribilità
e si impedisce che la crema affiori in superficie. Un ultimo
consiglio, se si desidera acquistare il latte alla fonte
assicuratevi che il produttore venda almeno parte del suo latte
ad una grande centrale. Ciò vi garantirà che il suo latte sarà
sottoposto a severi controlli, sia sulla salute degli animali
che dalla presenza di antibiotici (spesso in dosi massicce e di
uso vietato per la profilassi umana), frequentemente necessari
per la promiscuità di vita degli animali e per combatterne la
depressione (sembra incredibile!) dovuta alle innaturali
condizioni di vita a cui sono sottoposti. Nei casi dubbi, optare
senza indugi su di un latte di qualità di una ditta seria.
Inoltre, se il vostro organismo mal sopporta il latte, prendete
coscienza del messaggio che esso vi comunica, e piuttosto che
ripiegare su ignobili surrogati, provate ad usare lo yogurt o il
latte di soia o di riso.
Avvertenza:
si consiglia di usare il latte e i suoi derivati con una
certa attenzione e senza abusarne. Gli allevamenti
industriali delle mucche destinate alla produzione di
latte spesso le sfruttano eccessivamente, stipandole in
spazi angusti nelle stalle, mantenendole continuamente
incinte per avere una produzione costante e spesso
allontanano prematuramente i vitellini, alimentandoli con
latti artificiali. Tutte queste azioni portano molta
sofferenza agli animali stessi. Perciò, per motivi etici,
è bene essere attenti dalla provenienza e della quantità
dei prodotti scelti. Inoltre alcuni individui sviluppano un'allergia ad alcuni componenti del latte, quali il lattosio e comunque gli adulti non hanno necessità di alimentarsi con latte vaccino. Usare quindi con una certa parsimonia burro /(spesso può essere sostituito da un olio vegetale biologico) e i formaggi. L'alimento migliore derivato dal latte è lo yogurt. Il latte di capra e quello più simile a quello umano. |
Derivati del latte:
Il burro chiarificato o ghi. Fino a qualche anno fa era
conosciuto solo da alcuni amanti della cucina vegetariana o
vedica, mentre oggi è usato anche da gradi cuochi e si può
trovare non solo nei negozi specializzati, ma anche nei migliori
supermercati. A seguito del processo di raffinazione, resta solo
la parte più nobile del burro, e fino a quando non viene aperto
il barattolo, può anche essere conservato a temperatura
ambiente, fuori dal frigorifero. Usatissimo nella cucina
vedica/hindu, perché si ritiene che la frittura nel ghi renda
puri i cibi. Pur essendo migliore del burro tradizionale e lo
possa sostituire in tutte le preparazioni, è comunque
un grasso animale concentrato, quindi si consiglia di usarlo
senza eccedere e sostituirlo quando possibile con un olio
biologico di qualità. Preparazione casalinga (consigliata).
Si procede nel modo seguente: fondere a bagnomaria un chilo
circa di burro di buona qualità senza additivi, badando che
mantenga una temperatura costante di circa 60°, empiricamente si
può osservarne il colore, che deve sempre rimanere dorato e mai
acquistare un colore scuro. Occorrono circa 2/3 ore per
completare l’operazione. Quando il burro si scioglie, cominciare
la schiumatura. Proseguire fino a quando prende un bel colore
giallino ed acquista la limpidezza dell’olio. Versare in
barattoli di vetro e sigillare ermeticamente. Contrariamente al
burro normale, si conserva a temperatura ambiente anche per
lungo tempo. Quando il barattolo viene aperto deve essere
conservato in frigorifero. Sul fondo della pentola resterà una
sostanza gommosa: non deve essere assolutamente mischiata al
ghi. Inoltre se ne può usare una quantità inferiore rispetto al
burro tradizionale, poiché concentrato e privo di acqua. Nella
cucina tradizionale indiana viene usato al posto dell’olio per
friggere, poiché essendo stato privato di acqua, caseina ed
impurità ha un punto di fumo (quando la sostanza si altera e
perde le sue caratteristiche) molto alto, ed e riutilizzabile
più volte, avendo l’accortezza di filtrarne le impurità.
Panir (cagliata di latte). Formaggio tradizionale
indiano. Per produrlo in casa: procurarsi del latte appena munto
(o comunque di qualità). Se necessario, sterilizzarlo per
bollitura, poi portarlo a sobbollire. Miscelando, sciogliere
uno/due pizzichi di sale marino integrale. Versare lentamente,
sempre girando con un cucchiaio di legno, il succo di un limone
per ogni litro di latte. Immediatamente comincerà a cagliare. Se
il liquido rimane torbido, è necessario versare ancora il succo
di limone, fino a quando non diventi limpido. Porre un
canovaccio di cotone pulito in uno scolapaste e versare il
contenuto della pentola. Raccogliere il siero di latte, che
rimane un ottimo sgrassante. Strizzare bene il contenuto del
canovaccio (si può anche mettere un peso sopra), fino al
raggiungimento della consistenza voluta, che varia anche in
funzione della stagione e dell'alimentazione degli animali: può
andare dalla consistenza della ricotta a quella della
mozzarella. Qualora sia abbastanza consistente, si può tagliare
a pezzetti, e conservare in vasetti sott'olio con un po' di
sale, uno spicchio di aglio, peperoncino o erbette aromatiche
(tipo cipollina). Se si desidera inglobarle nel formaggio
stesso, buttarle nel latte prima di versare il limone. Il
formaggio bianco può essere usato in innumerevoli preparazioni,
anche nei dolci (in questo caso non salarlo).
Yogurt. Tutti noi conosciamo i valori nutritivi e le
proprietà dello yogurt. E' ottenuto inoculando alcuni batteri
(Lactobacillus Bulgaricus e Streptococcus Thermophilus) nel
latte. Questi batteri operano una pre-digestione del latte: Le
proteine vengono in parte coagulate, i grassi resi molto più
digeribili, buona parte del lattosio trasformato in acido
lattico. Il contenuto vitaminico del latte è notevolmente
arricchito, facilitato l'assorbimento del magnesio, calcio,
fosforo. E' indicata la sua assunzione nel corso di tutte le
malatti4e, ma specialmente nelle gastriti e nelle ulcere. Ricrea
la flora batterica danneggiata o distrutta dall'uso di vari
medicinali, tra cui gli antibiotici. Sembra che il suo uso
regolari rallenti l'invecchiamento dei tessuti, che prevenga
gravi malattie quali artreriosclerosi e cancro. Indicato
specialmente nell'alimentazione di bambini, anziani, donne in
gravidanza e allattamento. Preparazione casalinga: metodo 1.
(utilizzato da noi) Mettere in una yogurtiera un litro di latte
e circa 50-70 cc di yogurt bianco di qualità. Lasciarlo per 8
ore nella yogurtiera in funzione (praticamente una notte).
Filtrarlo, fino a trovare la consistenza desiderata. Più si
scola il siero prodotto, più lo yogurt diventa dolce. Conservare
un poco dello yogurt prodotto; servirà per continuarne la
produzione. Dopo un certo numero di cicli, conviene ricominciare
con dello yogurt fresco. Metodo 2: introdurre nel latte i
batteri vivi (si possono acquistare in un negozio
specializzato). La produzione è di qualità e molto abbondante.
Il sapore di questo yogurt è più acido. Quello che crea dei
problemi (a volte anche etici) è proprio la proliferazione
esponenziale di yogurt, per cui ad un certo punto, se non si
trova qualcuno a cui dare i batteri, ci si trova costretti a
sbarazzarsene di una parte.
Besciamella. La besciamella, sia dolce che salata, è alla
base di molte preparazioni. Non è particolarmente difficile da
preparare, e risulta molto meno grassa di quella che si
acquista. Preparazione casalinga: versare un una pentola piccola
2/3 cucchiai di farina tipo 00. Versare a filo del latte per
stemperare la farina. Quando il composto è molto denso ma
omogeneo, mettere sul fuoco basso. Girare costantemente con una
frusta, aggiungendo sempre a filo circa 1/2 litro di latte
vaccino (o latte di soia). Se vengono dei grumi, togliere dal
fuoco, mescolare vigorosamente e rimettere sul fuoco. Nei casi
disperati, immergere per qualche secondo un miscelatore
elettrico ad immersione: in pochi attimi si riprenderà il
controllo della situazione. La procedura richiede circa 20
minuti. La crema sarà più liquida per lasagne, più densa per
preparare polpette. Comunque deve rimanere aderente al
cucchiaio. Per preparazioni salate, aggiungere alla fine, quando
spenta la fiamma, a piacere sale o gomasio (tritato molto fine),
noce moscata, eventualmente curry o pepe. Per la preparazione di
creme dolci (p.e. per il tiramisù vegetariano), aggiungere un
piccolo pizzico di sale, zucchero o miele o malto di orzo a
piacere; la densità deve essere simile a quella per le lasagne.
Crepes. Anche le crespelle sono alla base di preparazione
di gustosi piatti dolci o salati. Gli ingredienti sono simili
alla besciamella e sono sufficienti per preparare circa 20
crepes di diametro medio. Per prepararli in casa: In una
capiente insalatiera circa 300 gr. di farina tipo 00. A freddo,
aggiungere a filo il latte (in totale circa 500/600 cc),
mescolando continuamente con una frusta per evitare i grumi. Nel
caso si formino un numero eccessivo di grumi, usare un
miscelatore elettrico ad immersione (tipo minipimer): in un
attimo la consistenza tornerà omogenea. Aggiungere latte fino a
quando la consistenza divenga piuttosto liquida: il composto non
deve rimanere attaccato al cucchiaio, ma deve lasciare un velo
su di esso. Per preparazioni salate, aggiungere a piacere sale o
gomasio (tritato molto fine), noce moscata, curry (senza
esagerare); per quelle dolci, zucchero o malto. Porre sul fuoco
medio una pentola antiaderente di diametro medio; versare un
goccio d'olio sul fondo e distribuire uniformemente. La pentola
deve essere piuttosto calda, senza giungere al punto di fumo
dell'olio. Prendere un piccolo mestolo di crema e versarne uno
strato sottile nella pentola. Con un movimento rapido del polso
distribuirla uniformemente sul fondo della pentola, dando al
composto una forma circolare. Lasciare circa 30/40 secondi, poi
girare a cuocere sull'altro lato. Si deve formare una leggera
crosta dorata. Se necessario, girare più volte con un movimento
del polso. La crepe deve assolutamente mantenersi elastica.
Mettere la crepe in un piatto e ripetere fino all'esaurimento
del composto. Quando necessario, aggiungere un goccio d'olio sul
fondo della pentola. Se il composto che rimane alla fine nella
zuppiera diventa troppo denso, aggiungere un poco di latte e
mescolare.
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